Rimozione Tatuaggi, qual è il laser migliore?
Ad oggi la tecnica migliore per rimuovere un tatuaggio è attraverso l’utilizzo di un laser. Diverse pubblicazioni in letteratura scientifica medica indicano come miglior metodo per la rimozione tatuaggi l’uso di laser PICO e, a seguire il laser Q-switched (laser Q-S). Si tratta di apparecchi che generano impulsi laser di brevissima durata, dell’ordine del miliardesimo (10-9) o del millimiliardesimo(10-12) di secondo (nanosecondi e picosecondi). Sono dotati di altissima energia per singolo impulso (potenza di picco).
L’apparecchio laser emette una diversa lunghezza d’onda a seconda del colore specifico che si vuole colpire. Secondo la teoria della Foto-Termolisi Selettiva di Anderson e Parrish: “si può colpire selettivamente una struttura bersaglio utilizzando una specifica lunghezza d’onda (λ), tale che la luce, e quindi l’energia ad essa associata, venga assorbita unicamente in quella zona”. L’efficacia nella rimozione è data proprio dalla particolarità cromatica che si va a colpire in relazione alla lunghezza d’onda emessa.
Esistono tuttavia diversi tipi di laser:
- Laser CO2: fu uno dei primi laser ad essere utilizzato per la rimozione dei tatuaggi. Presenta tuttavia diverse problematiche legate agli esiti cicatriziali e non sempre è in grado di eliminare del tutto i pigmenti. Utilizzato per trattare alcuni colori meno tipici, è caduto in disuso negli ultimi anni, lasciando il posto ad apparecchi più moderni ed efficaci;
- Q-Switched: ad oggi il laser più conosciuto ed utilizzato. I modelli più utilizzati sono il Nd-Yag, Alexandrite o KTP. Questo apparecchio medico permette di rimuovere i pigmenti del tatuaggio senza bruciare la pelle. Le varie lunghezze d’onda impostate dal medico permettono di colpire diversi colori contemporaneamente. Il tempo di spot è estremamente rapido, il che consente di realizzare un’azione veloce e potente senza alterare la pelle in profondità. Senza quindi il rischio di lasciare cicatrici a lungo termine;
- Laser a picosecondi: questo tipo di apparecchiatura agisce frammentando i pigmenti in parti ancora più piccole rispetto al Q-switched. Quet’azione consente all’organismo di eliminare più rapidamente le particelle di pigmento. Anche l’effetto termico è minore, la guarigione sarà quindi ancora più veloce. E’ necessario specificare però che il costo di un trattamento con laser a picosecondi è considerevolmente più alto rispetto ad altri tipi di interventi. Sebbene richiede meno sedute, il costo complessivo potrebbe comunque risultare molto più elevato.
In Italia esistono numerosi centri che utilizzano questo laser: clicca sulla sezione Trova il centro più vicino a te per scoprire le città in cui puoi rimuovere il tuo tatuaggio. Sul nostro sito puoi trovare centri ad Ancona, Catania, Catanzaro, Monza Brianza, Napoli, Potenza, Roma, Torino e Vicenza.
Quali colori possono essere trattati?
Non tutti i colori possono essere rimossi attraverso l’utilizzo del laser. Ad oggi esistono sostanzialmente quattro lunghezze d’onda, che agiscono ognuna su un colore diverso. Con il Laser Q-S è possibile intervenire su più colori contemporaneamente modulando le frequenze. Queste sono:
- RUBINO (λ = 694 nanometri): efficace sul nero, con discreti risultati sul nero-blu e marrone;
- ALESSANDRITE (λ= 755 nanometri): efficace sul nero, con discreti risultati sul blu e verde;
- Nd YAG – neodimio-yag (λ= 1064 nanometri): efficace sul nero;
- Nd YAG (λ= 532 nanometri): efficace sul rosso e con discreti risultati sul viola e alcuni tipi di arancio.
Numerose osservazioni suggeriscono, ma non provano del tutto, che i principali effetti del laser QS siano:
- presumibile rottura delle cellule dove sono inglobati i pigmenti con rilascio nello spazio dermico extracellulare;
- frammentazione delle particelle di pigmento con probabile eliminazione attraverso il sistema linfatico;
- cambiamenti indotti nelle proprietà ottiche dei pigmenti (ovvero alcuni pigmenti sarebbero in grado di cambiare la propria struttura chimica e diventare invisibili).
Inoltre, i tatuaggi cosmetici (sopracciglia, labbra, areole, camouflage di cicatrici) di colore rosa-marron-arancio, devono essere trattati con molta prudenza, effettuando test su piccole aree prima di procedere al trattamento completo. La maggior parte dei pigmenti per questo tipo di tatuaggi “contengono zinco e ossido di titanio e se trattati con il laser Q-S possono annerirsi irreversibilmente” così riferisce uno dei medici specializzati di Aicpe.
Fattori che influenzano riuscita e durata del trattamento
Alla domanda: “E’ possibile ottenere la rimozione totale ed incondizionata di qualsiasi tatuaggio?” la risposta purtroppo è: “No!”.
I fattori da cui dipendono riuscita e durata sono:
- Colore del pigmento: i maggiori successi si hanno con il nero, il rosso e il verde; il bianco e il giallo sono immuni al raggio laser.
- La quantità di pigmento: tanto più intenso è il colore di un tatuaggio e tanto maggiore è la quantità di pigmento presente nel derma. Va da sé che maggiore è la quota di pigmento e maggiore sarà il tempo necessario per frammentarlo. Alcuni pazienti, addirittura, nel corso degli anni effettuano ritocchi o modifiche al proprio tattoo, i così detti layering o strati di colore.
- Il colore della pelle: la colorazione della pelle, o fototipo, è diversa da persona a persona. Essa è un indice della quota di melanina, il pigmento naturale presente nella pelle. Ecco perché non è possibile effettuare sedute di rimozione del tatuaggio su pelle abbronzata ed è necessario fare molta attenzione su soggetti con pelle molto scura. Il raggio laser infatti attraverserebbe l’intera superficie della pelle colpendo inevitabilmente anche il pigmento di melanina, venendo frammentata nello stesso modo e causando uno scolorimento permanente (ipopigmentazione).
- La presenza di cicatrici pregresse: la presenza di una cicatrice deve indurre l’operatore a utilizzare potenze di emissione del raggio laser minori (la pelle in quella sede è più delicata); il numero delle sedute per la rimozione del tatuaggio aumenterà di conseguenza.
- La posizione del tatuaggio: non tutte le sedi cutanee corporee hanno le stesse tempistiche di rimozione. Alcuni studi sembrano avvalorare l’ipotesi che tatuaggi alla estremità (mani e piedi) necessitino di maggiori sedute. In queste zone il sistema linfatico, meno rappresentato, avrebbe maggiori difficoltà nel drenare i pigmenti frammentati dal laser, mentre il tatuaggio estetico delle sopracciglia, del collo, della regione inguinale o del tronco, essendo queste zone ricche di linfonodi, generalmente necessita di un numero di sedute inferiore.
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Quante sedute fare in base alla tabella Kirby-Desay
Tutti i fattori inerenti la rimozione dei tatuaggi sopra citati sono riassunti nella scala Kirby-Desai, che esprime attraverso 6 parametri il numero indicativo delle sedute necessarie per rimuovere un tatuaggio. Questo numero non è comunque predittivo e la probabilità di successo non è pronosticabile, dal momento che ogni individuo costituisce un caso a sé stante e si possono avere reazioni diverse ad uno stesso stimolo.
Ad ogni parametro considerato è assegnato un punteggio, ogni punto corrisponde ad una singola seduta di trattamento di rimozione del tatuaggio e la somma dei punti darà una idea delle sedute totali necessarie.